domenica 9 novembre 2008

La crossmedialità diventa real


Joe Paradiso, docente al MIT, ha avviato da tempo un progetto per creare una forma di connessione tra realtà e virtuale.
Ha creato una "twilight zone", ossia un ambiente ibrido in cui sette studenti utilizzano 45 periferiche PDA, montate su un muro di una sala appositamente attrezzata, per interagire tra loro attraverso il piccolo schermo a tocco di una periferica simile a un iPhone. Il software che viene fatto girare è una versione customizzata di SL. Attraverso telecamere, impianti audio, sensori infrarossi e sensori di movimento, i partecipanti al progetto possono muoversi in un paesaggio virtuale di SL. La realtà, per i partecipanti, è rappresentata da una finestra virtuale che si apre nell'ambiente di SL e permette di accedere a un secondo ambiente virtuale, un mondo completamente nuovo, quasi una sorta di specchio nello specchio.
Obiettivo di Paradiso è quello di costruire un ambiente misto attraverso cui gli utenti possono accedere, ovunque, nel mondo reale. Quello che attualmente avviene negli scenari di SL avverrà poi nel mondo fisico, permettendo a chiunque di collegarsi in maniera interattiva con un interlocutore.
A questo punto: chi è la persona e chi è l'avatar? Chi decide la vita dell'altro sè?

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